Si fa più che altro per ridere, ma con i tremendi dictat che impongono di abbassare di benel un grado la temperatura rispetto a quella maledetta giungla tropicale in cui trascorrete i vostri stupidi inverni.
In tanti sono alla ricerca di soluzioni alternative che siano molto low cost. Io ho già detto spesso utilizzo camini a legna con filtri contro il particolato e alimentazione proveniente da zone che vengono costantemente rimboschite, quindi tutto sommato mantengono abbastanza pari il bilancio, a differenza per esempio del metano che continua a reintrodurre l’anidride carbonica fossile e avere costi che schizzano le stelle.
Ci si può riscaldare con le foglie secche?
Certo, si può far tutto nel mondo, ma vediamo quali sono i motivi per i quali non ha troppo senso.
1 Troppe emissioni
Le foglie secche possono provenire sostanzialmente da due vie differenti: potature e fogliame seccato per l’autunno in maniera naturale, con raccolta a terra.
Le prime rispetto alla seconda presentano un potere calorico leggermente più alto, ma si tratta di frazioni, tuttavia non sono da considerare una buona fonte, perché seccando in maniera non naturale contengono una grossa concentrazione di oli essenziali e sostanze potenzialmente tossiche che si liberano con la combustione e sotto forma di un fumo molto denso e con un odore forte, a seconda del tipo di fogname.
Le altre, invece, hanno una componente più bassa di olio e di resina, ma questa rimane comunque presente. Quindi, in generale, visto che le foglie sono elementi vivi, a differenza dei tronchi in cui gran parte del volume è occupato da materiale non attivo a livello cellulare , quindi, bruciare le foglie risulta essere una maggior fonte di inquinamento a causa della densità di olio.
Si può però notare come alcune foglie purtroppo con concentrazioni piuttosto scarse nei raccolti, contengono oli che bruciano bene e non producono sostanze tossiche, ma a meno di non avere una monocultura, non ci si può contare.
2 Poco compatte
Le foglie per loro natura sono poco compatte rispetto al legno, che è formato da cellette di cellulosa e lignina dure e con molto carbonio.
Le foglie contengono molta umidità, a volte anche da secche rispetto al legno e la loro densità è estremamente bassa. Inoltre, se vengono utilizzate per accendere un fuoco oltre a produrre una grossa quantità di fumo puzzolente e denso, faranno grandi quantità di cenere che rende difficile la vita alla fiamma rendendola meno efficiente e impedendo orriscaldamento ottimale.
3 Difficili da lavorare
Con le foglie è possibile ottenere un tipo di pellet di fascia molto bassa che non dovrebbe neanche essere preso in considerazione, perché intasa le vostre tubature e rende difficile la pulizia in seguito.
Per fare la pellettatura bisognerebbe ridurre le foglie in briciole, ma per loro natura queste non saranno mai compatte o compattabili come la segatura da pellet e il risultato sarà quello di pastiglie che si sfanno collassano con il caldo e dando pessimi risultati di fiamma
È tutto perduto?
In realtà no. Le foglie possono essere comunque utilizzate come fonte di riscaldamento, a patto di pre lavorarle e di utilizzarle in maniera specifica. Devono essere trasformate in wafer pressati e sigari, un lavoro che ovviamente non ripaga lo sforzo, perché con queste mattonelle è possibile incrementare leggermente la resa della vostra stufa quando la fiamma è viva.
Io non lo farei mai, ma se vengono messe piuttosto di rado, quando la brace è ad alta temperatura, qualche risultato lo possono dare, ma mi servono filtri molto efficaci per eliminare i residui di fuliggine e di fumo denso e che vi costeranno molti di più dello scegliere una soluzione a base di legno vero o rigenerato in pellet.